Se state leggendo questa pagina, seguite il ciclismo amatoriale marchigiano. O meglio, pesarese.
Se seguite il ciclismo amatoriale pesarese, le presentazioni oggi sono superflue; basta menzionare solamente nome e cognome ed il quadro è presto fatto. Nome, Gianluca. Cognome, Berti.
Per i pochissimi che non dovessero conoscerlo, questa è una sintesi del suo palmares acquisito negli anni: diciassette cronoscalate vinte, due maglie gialle consecutive nel circuito medio fondo Marche Marathon, 1° nel Circuito di Casteldelci, 2° a Mondolfo, 6° nella Granfondo Scarponi (con vittoria del GPM di Cingoli), 4° a Capodarco, 14° nel medio della Novecolli (arrivato insieme ad un certo "Purito", Joaquim Rodriguez) e svariate top 10 nelle GF Squali e Straducale.
Al desiderio di lasciare un piccolo contributo a questo blog, quest'oggi si unisce una viva curiosità del sottoscritto nell'intervistare, senza tema di smentita, uno tra i ciclisti più forti della zona.
Gianluca, dai giri fatti in gruppo so già un po' del tuo vissuto ciclistico: giocavi a calcio da ragazzo, poi grazie ad un tuo cugino ti sei avvicinato lentamente alla bici. In quanto tempo è avvenuta la maturazione ciclistica?
'In realtà, in poco tempo. Credo in due, tre anni. Ho preso la prima bici da Massimo nel 2013, una buona Wilier in acciaio, usata. Forse era anche un po' troppo per me perché in quel periodo uscivo poco e da solo. Successivamente mio cognato mi ha convinto, per un certo periodo, a prendere la mountain bike ma dopo una caduta ho deciso di tornare definitivamente alla bici da corsa. Una delle prime GF è stata la Straducale nel 2015; da lì è stato un crescendo.'
Mediamente, quante volte ti alleni a settimana? Segui delle tabelle specifiche?
'Con il lavoro che faccio devo forzatamente far di necessità virtù e trovare dei ritagli di tempo.
Diciamo, mediamente quattro volte a settimana. Un esempio può essere: due giri brevi nella settimana e poi due lunghi nel week-end. E no, non seguo alcuna tabella.'
Ti alleni con il misuratore di potenza o fascia cardio?
'Ho entrambi ma non ne faccio un uso scientifico. Mi basta sapere che in un dato momento sto tenendo un certo wattaggio. Credo che in assoluto la cosa più importante sia imparare a conoscersi.'
Hai un percorso preferito, qui nella zona, in cui ti piace allenarti?
'Al momento, faccio spesso la Pieggia per Mondaino. Qualche tempo fa invece Torre e Cesane da Gallo, salita lunga e impegnativa. Poi mi piace anche Colbordolo, forse un po' di più dal versante di Talacchio.'
La Granfondo a cui partecipi con con più piacere o quella che non vedi l'ora arrivi?
Guardando a quelle fatte, direi l'Ötzaler. Più che una granfondo è un evento da vivere in pieno. A bordo strada trovi persino le persone a tifarti.
La gara amatoriale che ti piacerebbe vincere?
'Eh, ci dovrei pensare... Ci vorrebbe un arrivo prettamente in salita. Le gare attuali hanno quasi tutte arrivi veloci. In ogni caso, vorrei vincerle tutte 🙂'
Domanda per chi segue il ciclismo attivamente: qual è la gara professionistica che ti piacerebbe vincere, tra grandi giri, classiche monumento e il mondiale?
'Da italiano, penso che vincere il Giro possa trasmettere emozioni uniche e differenti rispetto a tutte le altre gare.'
Qual è il tuo corridore preferito di sempre? E quello del momento?
'In assoluto, Marco Pantani ha regalato imprese indiscutibili. Al momento, Tadej Pogacar. Anche se a tanti non piacerà, ammiro anche la mentalità e la grinta di Evenepoel.'
Rapido quiz di cultura ciclistica:
- ultimo italiano a vincere il mondiale, luogo e anno:
Ballan, Varese e duemilaaa...otto (aiutino all'intervistato)
- ultimo italiano a vincere il Giro e anno:
Nibali, 2016
- ultimo italiano a vincere il Tour e anno
Nibali, 2014 (qui l'aiutino è andato all'intervistatore)
Ultima domanda di rito uguale a tutti...
Interviene Massimo: Chi è il tuo meccanico preferito?
'No Max, non intendevo questa...'
Qual è per te l'essenza del ciclismo?
'Due, tre anni fa ti avrei risposto puro agonismo. Ora invece, soprattutto nell'ultimo anno, mi sto godendo la bici anche sotto altri aspetti. Un esempio, con il gravel. Certo, quel pizzico di agonismo non mi abbandona mai!'
Grazie "Drago" Berti, ragazzo tanto umile e disponibile nel quotidiano quanto irraggiungibile in salita per noi amatori normali.
G.N.